Attualmente, nel nostro Paese, i bambini che nascono prima del termine, quindi prima della 37° settimana di gestazione, sono circa il 7% del totale delle nascite, ossia 32.000 bambini ogni anno (CeDAP 2016). I prematuri sono bambini che non sono ancora del tutto pronti ad adattarsi alla vita che gli aspetta fuori dal grembo materno, perché non hanno ancora finito la completa maturazione di organi e apparati. Chiaramente l’entità delle problematiche correlate ad una nascita prima del termine dipende da quanto prima questa avviene: maggiore risulta essere l’anticipo, maggiore sarà il grado di immaturità funzionale e quindi maggiore sarà il rischio di avere disfunzioni o essere affetti da patologie.
La Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra il 17 novembre di ogni anno, ha l’obiettivo di far conoscere il mondo che ruota attorno a questo tema, sensibilizzare al valore dell’assistenza sul neonato pretermine e sottolineare l’importanza della prevenzione dei fattori di rischio.
Diversi professionisti hanno il compito di prendersi cura dei neonati pretermine all’interno dei reparti di Neonatologia; essi operano in una sorta di team multidisciplinare sotto il coordinamento del medico neonatologo. Attualmente si sta cominciando a dare sempre maggiore importanza al concetto di “umanizzazione delle cure”. Si è visto infatti che per garantire al bambino un miglior sviluppo neuro-motorio è importante mettere in atto tutte le attenzioni e cure rivolte a promuovere il suo benessere psico-fisico. Anche i genitori svolgono un ruolo primario, ed è di estrema importanza che possano, non appena le condizioni mediche lo permettono, stare vicini al loro bambino, entrare in contatto con lui attraverso il tocco, l’ascolto, la voce, lo sguardo, per promuovere quel processo di attaccamento così importante in questa delicata fase, e per contribuire a favorire un naturale sviluppo emotivo e relazionale del proprio bambino.
Diversi studi riportano che i neonati prematuri che ricevono una care più attenta, hanno uno sviluppo neuromotorio migliore, iniziano a succhiare prima e a volte hanno anche una struttura cerebrale migliore.
Qual è il contributo che l’osteopatia può portare al bambino prematuro?
Sono molti gli osteopati che si occupano di trattamenti pediatrici. Già in altre occasioni ho avuto modo di parlare dell’importanza dell’osteopatia in termini di prevenzione e supporto ad un corretto sviluppo psico-motorio, in particolare in quei casi dove il parto è stato un pò più difficoltoso del previsto. Anche, e sopratutto, i bambini prematuri possono trarre beneficio dal trattamento osteopatico ed è importante seguirli ed accompagnarli nel loro percorso di crescita, affinché tutto si possa svolgere nel modo più fisiologico possibile e, qualora ve ne fossero, essere supportati dalle complicanze, anche croniche, che una prematurità, a volte, può portare.
Si potrebbe pensare che la figura dell’osteopata possa essere d’aiuto nel trattare questi piccoli pazienti a partire dalla dimissione dall’ospedale e invece, attualmente, in Italia ci sono diverse realtà dove essa è già presente nei reparti di Terapia Intensiva Neonatale. Sono realtà, sperimentali, dove gli osteopati hanno intrapreso un programma di collaborazione e assistenza ai prematuri e di ricerca clinica.
Il trattamento osteopatico, quando è possibile e il medico lo ritiene opportuno, può aiutare a migliorare il processo di maturazione generale del bambino, si integra bene con il lavoro di tutte le figure professionali che ruotano intorno a questo mondo, e contribuisce ad una care neonatale completa e di alta qualità. I vantaggi che può apportare sono rivolti principalmente al sistema gastrointestinale e al miglioramento della suzione, della respirazione e delle asimmetrie posturali. Diversi studi sperimentali, molti dei quali sono ancora in corso, condotti in collaborazione con i reparti stanno dimostrando come i bambini traggano vantaggio anche nei termini di rapidità di crescita ponderale. Questo porterebbe ad una diminuzione nei tempi di degenza, con conseguenti vantaggi importanti sia per i familiari che per l’azienda.
Dopo la dimissione, i genitori possono scegliere di proseguire il percorso osteopatico a livello ambulatoriale per sostenere il trattamento di segni e sintomi che possono accompagnare questi piccoli pazienti come plagiocefalie, asimmetrie posturali infantili, coliche, reflussi, disturbi del sonno e alterazioni posturo-motorie di vario genere.
Il mio auspicio per il futuro è che questa collaborazione tra osteopati e le Terapie Intensive Neonatali possa incrementare e continuare ed estendersi ad altre realtà, sia per permettere una maggiore raccolta di dati a supporto dell’efficacia del trattamento osteopatico sulla gestione del bambino prematuro, sia per rispondere al bisogno e alle necessità di questi piccoli ma fortissimi pazienti, cercando di offrire loro tutto l’aiuto possibile al raggiungimento di benessere e crescita Sarebbe importante poter vedere, in un tempo non molto lontano, la figura dell’osteopata integrata in ambito ospedaliero e ambulatoriale assieme alle altre figure pediatriche sanitarie, proprio per garantire a questi bambini le migliori cure possibili.
DOTT. ROBERTO COMPAGNI
FISIOTERAPISTA E OSTEOPATA D.O.