Il trauma della nascita
La nascita è un’esperienza che il bambino vive in maniera attiva, deve collaborare con la madre per attraversare il canale del parto sotto la spinta delle sue contrazioni uterine. Il cranio del neonato è strutturato per facilitare nel migliore dei modi il processo della nascita e per evitare eventuali danni al sistema nervoso, che è in fase di sviluppo, e anche per ristabilire completamente la libera mobilità di tutte le sue parti una volta concluso lo stress del parto.
Nonostante questo le disfunzioni a carico del cranio durante la nascita sono più frequenti di quanto la maggior parte delle persone possa pensare.
Cosa si intende per plagiocefalia?
Il termine plagiocefalia deriva dal greco e significa “testa obliqua” e viene utilizzato per indicare una deformità del cranio che assume appunto la forma di un parallelogramma se lo si osserva dall’alto. Possiamo classificare la plagiocefalia in due categorie:
- Plagiocefalia sinostosica
- Plagiocefalia posizionale
La plagiocefalia da cranio-sinostosi è dovuta ad un’anomalia nello sviluppo di una o più suture craniche che possono risultare saldate precocemente e che solitamente richiedono una correzione chirurgica. Sono tra le più comuni anomalie congenite e possono presentarsi come difetti isolati o possono essere associati ad altre malformazioni o patologie. La diagnosi è di competenza del medico pediatra che può prescrivere accertamenti come ecografia, rx e tac se necessario.
La plagiocefalia posizionale può essere primaria se causata da compressioni intrauterine o che avvengono durante il travaglio o il parto. Le dimensioni del feto, la presenza di gemellarità, anomalie del liquido amniotico e malformazioni uterine sono solo alcuni esempi che potrebbero determinare compressione sul cranio del feto. Anche un travaglio particolarmente problematico o in cui si debba intervenire con la ventosa o il forcipe potrebbe favorire l’insorgenza di questa anomalia. La forma secondaria posizionale si può verificare come conseguenza di posture anomale persistenti, in particolare legate alla posizione supina in cui vengono posizionati i bambini durante il sonno. Ad esempio è frequente in quei neonati prematuri che devono trascorrere parecchio tempo in unità di cura neonatale e che hanno un cranio estremamente malleabile. In questi casi, la deformità si manifesta nelle prime settimane di vita e i genitori riferiscono che il bambino tende a dormire sempre con la testa atteggiata in una posizione prediletta e i tentativi di correggerlo sono vani, anzi possono scatenare crisi di pianto o irritabilità.
Altre cause di insorgenza di plagiocefalia secondaria sono il torcicollo congenito, che costringe il bambino ad essere ruotato da un lato con il capo. Con il passare del tempo, la pressione che si viene a creare sulla parte posteriore del cranio determina un’appiattimento. Infine anche una scoliosi può essere causa di plagiocefalia secondaria. In questo caso la distorsione ha origine nella colonna e si trasmette al cranio.
In cosa consiste l’intervento osteopatico?
L’intervento dell’osteopata può essere d’aiuto nel caso di plagiocefalie posizionali, sia che si siano verificate all’interno dell’utero o al momento del parto, oppure con insorgenza nelle prime settimane di vita. E’ importante che questi bambini vengano presi in carico il più precocemente possibile, a partire dai primi mesi, perché non è affatto scontato che la plagiocefalia si risolva spontaneamente con il passare del tempo. Intervenire precocemente può evitare tutta una serie di effetti secondari dovuti ad un cattivo allineamento delle strutture craniche, come ad esempio:
- Disturbi alimentari ( vomito, rigurgiti, problemi di suzione )
- Disturbi visivi (immagini confuse, astigmatismo )
- Malocclusione dentale e problemi alle articolazioni temporo-mandibolari (ATM)
- Torcicollo
- Scoliosi
- Otiti ricorrenti
- Sviluppo motorio e cognitivo lievemente ritardato
Il trattamento osteopatico, attraverso tecniche manuali dolci e non invasive, ha lo scopo di riequilibrare le distorsioni che si vengono a creare nei tessuti della base del cranio, così come nelle articolazioni della volta, del rachide cervicale e della colonna e permettere il ripristino di una corretta fisiologia dell’intero sistema.
Molto importante, sopratutto nel caso di plagiocefalia secondaria, la collaborazione con i genitori che dovranno mettere in atto comportamenti e strategie nella gestione del loro bambino che vadano a rinforzare gli effetti del trattamento osteopatico.
Un trattamento osteopatico efficace, associato alla collaborazione dei genitori, deve poter risolvere una plagiocefalia posizionale nell’arco di qualche mese. A volte si rende necessario ricorrere ad un caschetto ortopedico, sopratutto quando la deformità cranica è di tipo medio-grave e il bambino non ha iniziato preventivamente un percorso osteopatico. L’uso del caschetto può aiutare a ripristinare una forma corretta della volta cranica ma le tensioni membranose e legamentose che si sono create alla base del cranio dovranno comunque essere normalizzate manualmente.
DOTT. ROBERTO COMPAGNI
FISIOTERAPISTA E OSTEOPATA D.O.