Psicoterapia e Psichiatria

L’abc delle emozioni: un alfabeto sempre in allenamento!

L’abc delle emozioni_ un alfabeto sempre in allenamento!

Uno dei compiti per eccellenza a cui siamo chiamati noi adulti nei confronti dei bambini va ad essere un’opportunità stupenda: quella di essere dei veri e propriallenatori emotivi”, imparando ad essere presenti come dei Buoni Compagni di Viaggio, affiancandoli per mano, con tutto il bagaglio di esperienze che abbiamo.

Come ormai molti libri e cartoni animati celebri ci hanno ben illustrato, le emozioni fondamentali da cui derivano le secondarie sono queste: RabbiaTristezza, Disgusto, Paura, Sorpresa e Gioia.
Quando il bimbo sperimenta un particolare stato d’animo sono proprio i genitori e gli adulti significativi, in base alle loro modalità verbali e comportamentali, a fornirgli le basi di una competenza emotiva: così, in base alle parole che gli adulti utilizzeranno, ai loro gesti e contenimento nei confronti di lacrime scroscianti o di urla disperate e rabbiose, il bambino potrà imparare a sviluppare una propria alfabetizzazione emotiva.

L’alfabetizzazione emotiva: osservare per imparare

Rispecchiandosi nelle modalità e nelle reazioni che osserverà nell’adulto, il bambino imparerà a gestire le naturali attivazioni fisiologiche e comportamentali che ogni singola emozione innesca, ispirandosi a ciò che osserverà del contesto: ad esempio, un adulto che nella quotidianità tende ad essere molto ansioso o rabbioso avrà più difficoltà nel far esperire al bambino modalità fluide di gestione di quelle particolari emozioni, tendendo a sintonizzarlo su quelle frequenze; dunque la regolazione emotiva del bambino sarà il riflesso delle diverse esperienze di contenimento (consolazione, conforto e confine) e di significato (dare un senso a ciò che è accaduto) che vivrà da vicino.

Il primo passo fondamentale sarà, perciò, quello di riconoscere ciò che prova il bambino senza negarlo, dandogli un nome ed un valore: una bella sfida per noi che dovremmo allenarci a prendere in considerazione tutta la sfera emotiva senza catalogare emozioni di Serie A e di Serie B, mettendo così il giudizio buono/cattivo fuori dalla porta!

Aprendo questo primo fondamentale canale di contatto potremo continuare a tessere la relazione intima col piccolo, accompagnandolo con carezze, contenimento, presenza fisica e scambio di gesti e parole che significheranno la sua esperienza andando a strutturare il suo mondo interno, dando un posto, un nome ed una processualità a quel vissuto che non sarà più soverchiante ma gestibile.

E noi… come ci sentiamo, come stiamo?
Che emozioni proviamo e in quale parte del corpo le sentiamo?
…Con quale emozione siamo meno in confidenza e come potremmo allenarci a viverla in maniera più fluida?

Provando ad interrogarci con queste semplici domande chiediamo il permesso per accedere, con autenticità e curiosità, al nostro personale alfabeto emotivo: ripercorrendo consapevolmente le nostre modalità di gestione degli stati d’animo, interrogandoci sulla ricchezza di vocaboli che utilizziamo per descrivere ciò che sentiamo, rivedendo quelli che possono essere i nostri inciampi e punti di forza…

E magari, perché no…nascerà in noi il desiderio di allenarci ad implementare di nuove parole, sfumature  verbali, modalità comportamentali e ricettività lo zaino di strumenti che condividiamo con i nostri piccoli compagni di viaggio, per poter diventare sempre più attenti e presenti come “allenatori emotivi”.

Buona camminata a tutti noi!

Dott.ssa Sara Fiorino - Psicologa a Reggio Emilia

DOTT.SSA SARA FIORINI

PSICOLOGA