“Il cuore ha cominciato a battermi all’impazzata, non riuscivo più a respirare, le braccia tremavano e sembrava che le gambe non potessero più sorreggermi, come se stessi per svenire; mi sentivo soffocare, poi bruciare di calore, poi ero completamente passato di sudore. Ho cominciato a pensare che stavo per morire di infarto o di ictus, poi che stavo impazzendo e che, non riuscendo più a controllarmi, avrei compiuto gesti imbarazzanti; mi sembrava che il mondo fosse irreale e io non fossi più nel mio corpo”.
Se hai provato queste sensazioni hai avuto un attacco di panico e difficilmente te ne sarai dimenticato. Almeno per un mese ti sarà rimasto uno stato ansioso di tensione e ipervigilanza legato alla paura che tornasse a capitare. Infatti, poiché spesso è improvviso e apparentemente immotivato, chi lo vive non sa come potersi proteggere prevenendo una nuova manifestazione. Si chiama ansia anticipatoria e nei casi più gravi induce le persone a evitare progressivamente ogni situazione stressante o potenzialmente pericolosa fino a vivere recluse in casa e non riuscire più a stare da sole.
L’origine degli attacchi di panico
Per uscire da questo incubo terrificante e da questa ansia invalidante è necessario comprendere che quello che ti è accaduto ha radici nella tua infanzia e richiede un cambiamento profondo.
Quando eri bambino hai probabilmente sviluppato un attaccamento insicuro con la figura materna. Ciò significa che per svariati motivi, la comunicazione con la figura materna è stata interrotta o disturbata o ostacolata non riuscendo a realizzare adeguatamente la sua funzione specifica: renderti sicuro e fiducioso.
Questo significa che hai avuto paura di perderla e per sopravvivere a quell’angoscia hai costruito uno stile di adattamento alla realtà basato sul controllo. Non potevi stare tranquillo e rilassato senza fare niente. Nei momenti di separazione dalle figure di riferimento saliva l’angoscia e ti imponeva per ritrovare la sicurezza di fare qualcosa. Così hai legato la sicurezza a determinate azioni che ti permettono di non sentire l’angoscia. Queste azioni sono divenute abitudini e quindi tratti del tuo stile di personalità. Il tuo modo di proteggerti dall’angoscia si è strutturato in un comportamento, spesso iperattivo, orientato ad uno scopo che originariamente era quello di impedire o ritardare o abbreviare il più possibile la separazione dalla figura materna.
Cosa facevi per non far allontanare la figura materna o le figure di riferimento? Ne avrai provate tante, ma poi ti sarai focalizzato su alcune modalità che a forza di essere ripetute sono diventate parte della tua personalità. Così potresti essere diventato una persona super-servizievole o super-disponibile o super-positiva, super-efficiente, super-corretta, super-aggessiva, super-sottomessa e comunque probabilmente super-attiva. Molto spesso gli attacchi di panico vengono a super-uomini o super-donne che hanno dato prova fin dall’infanzia di una super-personalità e che nell’età adulta raggiungono alti livelli di efficienza nei vari ambiti in cui si esprimono (lavoro, famiglia, sociale)
Uso il prefisso super per indicare uno sviluppo oltre la norma di determinate caratteristiche della personalità che è indice di una super-compensazione di un vuoto che altrimenti farebbe emergere il terror panico.
Sei diventato capace di tenere sotto controllo la situazione anche se questo richiede un superlavoro in svariati ambiti della tua vita e, prima o poi, ti costringe a fare i conti con l’imprevedibile, l’incontrollabile. Anche se sei diventato esperto nel gestire tanti aspetti della tua vita, quando meno te lo aspetti qualcosa che sfugge al tuo controllo ti riapre il dubbio di non poterti sentire del tutto sicuro.
Se ti guardi indietro scoprirai che nell’ultimo anno della tua vita, un evento (o una serie di eventi) ha minato la tua sicurezza: spesso un lutto o una malattia o un fallimento o un tradimento o la chiusura forzata di una relazione affettiva, di un’amicizia importante. Qualche evento che pensavi di aver ben assorbito ha generato una crepa nella tua psiche. Il sentimento di sicurezza si è incrinato e, mentre continuava a reggere il grande peso di una vita piena di responsabilità, si preparavano le condizioni di un improvviso tracollo.
L’attacco può presentarsi infatti in qualsiasi momento e spesso accade in un momento in cui apparentemente va tutto bene.
Come combattere gli attacchi di panico?
Se soffri di attacchi di panico, devi sapere che esistono cure efficaci che ti permettono di ritrovare la serenità e la sicurezza perdute.
Esistono infatti specifici training di rilassamento che sono importanti nella fase acuta per ridurre il livello dell’ansia anticipatoria e cure farmacologiche capaci di bloccare la manifestazione dei sintomi e che sono fondamentali soprattutto quando il disturbo si è strutturato nel tempo e compromette in modo rilevante la vita sociale e lavorativa. Esistono poi tanti approcci anche non farmacologici capaci di aiutarti a recuperare l’equilibrio psicologico perduto: la musicoterapia ad esempio è un grande aiuto per ritrovare l’armonia tra le varie componenti emotive della tua vita psichica.
Rivolgendoti ad un professionista potrai capire quale sia il percorso più adatto a te, ma sono convinto che il percorso a cui non dovresti rinunciare è quello di una psicoterapia perché ti offre un aiuto importante per scoprire il significato individuale dei tuoi attacchi di panico, individuare il problema di fondo e affrontarlo.
In un percorso psicoterapeutico l’attacco di panico potrà presto non essere più temuto, ma accolto come messaggio, come invito a fermarti e rivedere globalmente le tue scelte e il tuo stile di vita.
La psicoterapia è un percorso impegnativo perché richiede tempo e presenta costi maggiori di una terapia sintomatica. Ma se ci si limita a cure sintomatiche si può andare incontro a problemi come abuso di psicofarmaci o dipendenza patologica dal farmaco senza il quale ci si sente esposti a nuovi attacchi.
Ti invito quindi a non trascurare gli attacchi di panico, ad affidarti subito ad un professionista per poterti avvalere di tutte le possibilità per bloccare il sintomo e a considerare la psicoterapia come un investimento importante per la tua vita, che porterà vantaggi a te stesso e alle persone che ti sono e saranno vicine.
DOTT. MARTINO PATERLINI
PSICOLOGO E PSICOTERAPEUTA