Psicoterapia e Psichiatria

Il COVID-19 spiegato attraverso il mito di Perseo

Il COVID-19 spiegato attraverso il mito di Perseo

Oggi ci troviamo di fronte a un vero e proprio elemento d’imprevedibilità che ha portato all’instaurarsi di una situazione d’emergenza non solo sanitaria, sociale, economica, ma anche psicologica. Qualcosa è entrato bruscamente nelle nostre vite, destrutturando tutto ciò che prima, o meglio ancora, fino a un attimo prima, era un cosmo caratterizzato da anticipazioni ordinate e da una logica interna coerente, generatrice di progettualità.

Questo caos prende il nome di COVID-19: un virus che fino a poco tempo fa era sconosciuto, ma che, in rapida progressione, è riuscito ad avvicinarsi sempre di più a noi, senza rispetto per i confini e la prossemica. Esso si è presentato con un biglietto da visita alquanto insolito, fatto di quel “non sapere” che ha generato smarrimento, perdita del senso di controllo, ansia e paura. Emozioni e stati d’animo che si presentano come corsi e ricorsi nella storia di noi essere umani.

Come Perseo affrontò Medusa, impariamo a mantenere il controllo sul nostro sguardo

Già la mitologia greca affrontava questi temi. Ricordiamo tutti quello dello spavento presente in Perseo nel momento in cui decide di affrontare il pericolo usando l’arma stessa del nemico, ossia lo sguardo. Nello specifico il mito racconta che chiunque avesse incrociato gli occhi delle Gorgoni sarebbe rimasto pietrificato perché impossibilitato a guardare altrove. L’uomo che incrociava lo sguardo di Medusa non poteva sottrarsi alla visione dell’orrore, dello smarrimento e della paura e, così i suoi movimenti si bloccavano fino a immobilizzarsi completamente. Perseo, protetto dagli dei, affronta Medusa con un elmo che lo rende invisibile e con dei sandali che gli conferiscono leggerezza e velocità. Il protagonista è consapevole che per decapitare il mostro non deve assolutamente incrociarne lo sguardo mortale e, proprio per questo motivo, grazie alla dea Atena, ottiene uno scudo levigato al punto tale da diventare lucente come uno specchio. Medusa, in tal modo, si presenta all’eroe riflessa nell’arma e Perseo diventa colui che padroneggia il proprio sguardo e che sceglie, quindi, cosa vedere.  Alla fine del racconto, l’eroe, invisibile grazie all’elmo, non è mai visto ma vede, e il suo sguardo tiene sotto controllo la situazione fino a rendere inservibile il terribile potere pietrificante dell’avversaria a cui trancia la testa.

La mitologia insegna a gestire lo spavento, perché la sua parte più estrema può corrispondere a quell’istante improvviso in cui lo sguardo di una persona da attivo si trasforma in passivo, con conseguente immobilizzazione e mancata trasformazione positiva della situazione.

A tal proposito, lo spavento generato dal COVID-19 induce le persone a cercare continuamente informazioni sul tema, rendendo, poi, difficile decidere cosa guardare e cosa no, come fa il nostro eroe mitologico. L’infodemia, ossia questa diffusione virale di notizie è velocissima, difficile da controllare e, soprattutto, in molti casi non veritiera, perché contraddistinta da informazioni parziali o contradditorie. Questo aumenta l’agitazione, il terrore e lo spavento e rende le persone deboli di fronte alle “Gorgoni” del mondo reale. Sembra che l’umanità abbia barattato la realtà con l’informazione dei social media, dimenticandosi che l’arte del vivere dipende dalla ricerca della verità e non dal numero delle informazioni immagazzinate. Diventa, quindi fondamentale, cercare di mantenere il controllo sul proprio sguardo per riuscire come Perseo a fuggire dallo spavento, utilizzando le armi che ogni persona ha a disposizione.

Come mantenere questo controllo?

Sarebbe opportuno prendersi del tempo, durante la giornata, per respirare profondamente, onde evitare azioni impulsive, e per parlare anche di argomenti diversi dal COVID-19 così da liberare la mente e dare tregua ai pensieri. Nel caso in cui ci si senta arrabbiati e irrequieti, a causa di queste nuove restrizioni, varrebbe la pena dedicarsi ad attività d’interesse e a tutte quelle attività che stimolano la fantasia e la leggerezza d’animo. Riscoprire giochi in scatola o dedicarsi dei momenti preziosi con i parenti potrebbe aiutare a riscoprire il valore dello “stare insieme in famiglia”, molto spesso accantonato per motivi di vita frenetici.

Sarebbe opportuno, per ristabilire il nostro cosmo ordinato, organizzare la propria giornata, dandosi delle scadenze temporali e diversificando le attività da svolgere. L’invito è quello di ricercare la “soluzione al problema” non solo esternamente, ma anche internamente, occupandosi di sé e parlando del proprio stato d’animo per evitare di sentirsi soli e per gestire adeguatamente tutte quelle emozioni che appaiono strane e scomode, ma che è assolutamente normale esperire in questa situazione nuova e sconosciuta.

È necessario, quindi, “lucidare” lo “scudo di Perseo”, da soli o con l’aiuto di un professionista psicologo, per “riflettere l’immagine COVID-19” al fine da limitare, il più possibile, gli effetti dello stress.

DOTT.SSA GIULIA MERLI

PSICOLOGA