Durante le sedute psicologiche con i miei pazienti, ritengo fondamentale porre loro la seguente domanda: “Lei sogna?”.
La maggior parte delle volte, le persone rimangono sbigottite e stupite come se la dimensione onirica rappresentasse un vero e proprio “fuori tema” rispetto ai loro bisogni e a ciò che mi stanno raccontando. Così, dopo un iniziale smarrimento, molti rispondono impulsivamente un secco “No”, altri annuiscono, aggiungendo, però, di non ricordarsi nulla, mentre altri ancora si lasciano trascinare dal ricordo onirico, narrando storie intrecciate e ricche di particolari.
Perché chiedere di parlarmi dei sogni?
Conoscere i significati dei sogni, significa aiutarci a comprendere meglio la “mappa” di noi stessi, non solo da un punto di vista psichico o emotivo, ma anche fisico. Si può dire che i sogni costituiscano sia un ricchissimo patrimonio interiore, che un immenso giacimento d’informazioni riguardanti la nostra salute, intesa nella sua globalità. Talvolta, però è molto difficile accedere a questa dimensione onirica poiché siamo talmente portati ad affidarci solo a ciò che è nitido e distinto, a ciò che si sperimenta e si verifica e a una coscienza padrona di sé che il sogno, proprio perché non sempre chiaro e definito, finisce per acquisire una sfumatura del tutto negativa. Si potrebbe dire che divisi e spezzati in due parti, abbiamo spinto ai suoi estremi questa separazione fino ad arrivare alla scissione tra l’organico e il mentale.
I sogni sono, invece, da percepire come una vera e propria interfaccia tra lo psichico e il corporeo, poiché essi sono costituiti da pensieri, immagini e sentimenti, ma rappresentano anche il sentire del corpo, i suoi squilibri, i suoi scompensi, costituendo, così, una porta di accesso a un mondo sconosciuto e misterioso. Essi utilizzano un linguaggio arcaico, prelogico e simbolico che non risponde a criteri spazio-temporali e a una strutturazione razionale, ma che esprime concetti, fornisce indicazioni, suggerisce percorsi attraverso simboli, analogie e metafore.
Per C.G. Jung il materiale onirico, consiste in elementi consci e inconsci, conosciuti e sconosciuti che possono presentarsi nelle più varie mescolanze ed essere presi da ogni dove. Nello specifico, per Jung, il sogno rappresenta “la via più accessibile e più efficace per conoscere il meccanismo e i contenuti dell’inconscio”, dove con il termine inconscio non s’intende solo quello personale, ma si allude, anche, all’inconscio collettivo che, con i suoi simboli universali detti “archetipi”, deposita in ognuno di noi il risultato della storia dell’umanità sin dai primordi. Questo significa che persone di culture diverse possono attingere a un patrimonio comune, a un comune immaginario simbolico, così come alcuni simboli che appaiono nei sogni sono portatori di un significato uguale per tutti. Interpretare i sogni significa, perciò, svelare anche come il patrimonio di saggezza della specie venga a interagire con la nostra storia personale.
Immagino che molti di voi, durante il periodo di lockdown appena trascorso, abbiano iniziato a sognare di più del solito e abbiano sperimentato tematiche oniriche ricorrenti connotate da stati di agitazione, paure e angosce, magari per la presenza, nei sogni, di persone defunte o per la paura di perdere i propri cari. C’è chi mi ha raccontato di aver sognato continuamente di essere in trappola, di aver visto un genitore lasciato in una stanza solo e senza cure e chi mi narrava di abbracci e incontri con persone più o meno conosciute. La pandemia ha scosso l’intero mondo e ha prodotto, come conseguenze, un’attivazione costante dell’angoscia di morte e/o una perdita di progettualità che ha mosso il nostro inconscio, portandoci ad avere elementi onirici, in parte, comune. Durante l’interpretazione dei sogni si deve, però, avere una visione molto più vasta perché ogni elemento rappresentato, pur avendo un valore universale e pur essendo portatore di segni specifici, è di volta in volta filtrato, trasformato e arricchito di nuovi contenuti, percepito in modo soggettivo e, riconducibile alla storia personale di ognuno di noi.
I sogni rappresentano una vera ricchezza per noi esseri umani e per la nostra anima: comprendere il loro linguaggio, differenziare il loro significato, vuol dire entrare in rapporto con la dimensione inconscia del corpo, sino a poter interpretare i sintomi del corpo stesso come “sogni del corpo”. In questa prospettiva lo studio delle immagini oniriche e delle loro relazioni con il corpo, con i traumi e le speranze di un’esistenza, costituisce una “materia informativa” che opportunamente indagata rappresenta la comprensione del nostro destino.
DOTT.SSA GIULIA MERLI
PSICOLOGA