“Funambolo dell’autostima, Narciso cammina sul filo teso tra un sano amore di sé e la sua patologica celebrazione, che può diventare una diagnosi: il disturbo narcisistico di personalità”, così Vittorio Lingiardi, nel suo ultimo libro, “Arcipelago N” ci descrive il narcisismo.
La letteratura ne descrive fondamentalmente tre tipi: uno dove il bisogno di protagonismo, l’alta autostima e l’insensibilità alle critiche sono più evidenti (overt); uno dove prevalgono aspetti di timidezza, ipersensibilità al giudizio e le fantasie di grandezza sono più segrete (covert); il terzo tipo è più incentrato su aspetti di cinismo ed insensibilità all’altro (maligno).
I narcisisti sono comunque accomunati da un sé grandioso, più o meno esplicitato, dove le emozioni svalutanti possono essere proiettate all’esterno in maniera più o meno consapevole.
Questi tipi di narcisismo hanno caratteristiche diverse, sono differentemente diagnosticabili e necessitano di diversi trattamenti terapeutici.
Possiamo provare anche a differenziare (stereotipizzando culturalmente) tra manifestazioni narcisistiche più di area maschile o femminile:
- entrambi tendono ad avere in comune un immagine di sé esagerata rispetto alle possibilità reali (versione overt, covert, maligno);
- entrambi hanno bisogno di svalutare gli altri per valorizzare se stessi (overt o maligno);
- entrambi tendono a manipolare gli altri e la realtà in funzione di se stessi e dei propri bisogni (overt, covert, maligno);
- i maschi tendono ad essere più espliciti (overt o maligno);
- entrambi tendono ad usare l’immagine (overt, covert, maligno);
- gli uomini tendono ad orientarsi in funzione di obiettivi (over o maligno);
- le donne potrebbero valorizzare più l’estetica (overt);
- nell’approccio entrambi possono essere seduttivi, gli uomini attraverso lo sfoggio di oggetti di pregio, le donne mostrandosi più irraggiungibili;
- nella relazione l’uomo è più facile che tradisca effettivamente, ma entrambi potrebbero tradire per gratificare il proprio Sé;
- l’uomo tende ad essere più competitivo sul fare, la donne sull’essere.
Si tratta di forzature sul genere, condizionate da stereotipi veicolati anche dalla cultura, quello che conta è che venga correttamente diagnosticato nelle sue diverse forme per essere adeguatamente trattato.
DOTT. GIAMPIERO FIORINI
PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA E PSICOANALISTA