L’inizio di novembre, in diversi paesi del mondo, diventa un momento particolare di raccoglimento emotivo e familiare in quanto vengono commemorati i defunti.
Chi in maniera più intima e composta, chi in modo più evidente ed esteriorizzato, stabilisce un contatto con il proprio caro scomparso tessendo un filo invisibile ma saldo, che ricongiunge e ristabilisce nel tempo un rapporto che si basa su nuovi assunti, ovvero l’amare in assenza, procedendo in quello che è un rapporto in continua evoluzione.
Intima.
Ma a cosa può servire, psicologicamente ed emotivamente, prendersi cura dei nostri cari che non ci sono più, recandoci al cimitero o dedicando loro pensieri, regali e preghiere? Significa continuare a prendersi cura dei nostri defunti continuando ad intrattenere una relazione intima con loro, anche di dialogo interno, aiutandoci così a stabilire nuovi equilibri e nuove forme di quotidianità nonostante la loro assenza fisica, costruendo nuove narrazioni e storie che possono diventare grande occasione di scambio, apprendimento e nutrimento per ognuno di noi.
Nutrimento anche per chi non li ha mai incontrati, in particolare per i nostri bambini che avranno modo di sentirsi sempre più inseriti in un Senso condiviso, familiare e comunitario.
Così per i piccoli sarà una buona occasione per farci domande sugli eventi familiari e le dinamiche createsi, sui più svariati interrogativi di vita e, soprattutto, un buon momento per fare esperienza delle diverse sfumature emotive che gli adulti di riferimento possono provare: ad esempio cordoglio, tristezza, rabbia, malinconia… Emozioni che non sono più da nascondere ma da conoscere, toccare con mano e con cui prendere confidenza, così da imparare a gestirle al meglio.
Insomma: una buona occasione per educarci reciprocamente alla “finitudine” e condividere con i nostri bambini ed adolescenti, all’interno di una relazione affettiva protetta, gli aspetti della morte e del lutto che ci fanno sentire legati a quel senso di appartenenza in cui siamo tutti protagonisti della stessa narrazione, anche se scritta con colori differenti.
Ricordandoci che il bene ed il bello che ci sono stati ed abbiamo vissuto coi nostri cari rimarranno e ci accompagneranno per sempre.
DOTT.SSA SARA FIORINI
PSICOLOGA