Nell’articolo precedente ho voluto sottolineare come il conflitto che si genera all’interno della coppia possa assumere un altro significato se visto come parte di un percorso di crescita della coppia stessa. Ovviamente non basta solo questo.
É molto frequente ascoltare la frase “abbiamo litigato per una sciocchezza….Hai capito male!”. Ecco, uno dei fattori fortemente collegati al tema del conflitto è il tipo di comunicazione che ognuno di noi adotta mentre si relaziona con l’altro. Quando comunico con un’altra persona, non sempre il significato letterale di quanto detto coincide con il vero messaggio che voglio trasmettere…ovviamente non è un meccanismo cosciente, in quanto spesso noi stessi non siamo ben consapevoli delle premesse o pregiudizi che ci portiamo mentre stiamo parlando con l’altro: dovremmo porre attenzione da cosa siamo mossi in quel determinato processo comunicativo! Ma uno degli errori più frequenti è quello di dare per scontato cosa l’altro volesse dire con un determinato comportamento, pensare quasi di poter leggere nel pensiero dell’altro. Quando questo accade in realtà stiamo utilizzando il nostro sistema di codificazione e decodificazione che in quanto nostro, e solo nostro, non è detto che corrisponda all’effettiva esattezza di quanto percepito. Siamo davanti a quella che viene definita come distorsione cognitiva. Tra le distorsioni cognitive più comuni ritroviamo:
- Pensiero polarizzato: le nostre conclusioni sono orientate dalla legge “tutto-o-niente” (es. “Oggi mio marito è meno affettuoso…non mi vorrà più bene”);
- Ipergeneralizzazione: utilizzare un numero esiguo di eventi come regola generale (es. “oggi sei in ritardo…non sei mai puntuale”);
- Visione tunnel: interpretazione di un dato o esperienza concentrandosi solo su un particolare tralasciando il resto (es. “mio marito si lamenta dei miei piatti: oggi mi ha detto che la pasta era scotta”);
- Personalizzazione: considerarsi la causa di un comportamento altrui anche senza alcuna evidente relazione con noi (es “Mia moglie è triste, devo aver fatto qualcosa”);
- Definizione globale: tendere al giudizio della persona nel suo insieme partendo da un singolo dato (es. “Sono un buon a nulla…Ho rotto un piatto”).
Quanto finora scritto ci potrebbe aiutare a comprendere che spesso i processi comunicativi di una coppia sono mossi da paure, bisogni, pregiudizi non espressi chiaramente ma che guidano in maniera celata il nostro modo di approcciarci all’altro, generando confusione e di conseguenza un possibile conflitto. É possibile evitare tutto ciò? Credo proprio di si! Servono momenti di pausa per riflettere da cosa siamo mossi nella comunicazione con l’altro e successivamente essere pronti ad esprimerlo perché cosi possiamo evitare una SPIACEVOLE INCOMPRENSIONE!
DOTT.SSA MARIA CROCE
PSICOLOGA