“Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito…perché la lettura è una immortalità all’indietro”. (Umberto Eco)
Umberto Eco in queste poche righe riesce a spiegare bene perché è importante leggere ma, ancor di più, ti invoglia a farlo, puntando l’attenzione sulla curiosità, la fantasia e la possibilità di viaggiare nel tempo.
Leggere è aprire la mente e renderla più ricettiva, permettendo al lettore di immergersi nel sogno fantastico del racconto. Leggere significa anche interpretare, capire, prevedere e andare oltre; significa avere la possibilità di esplorare il mondo.
Risulta importante, quindi, iniziare a leggere sin da piccoli. Leggere ai nostri figli e raccontare loro storie, è un primo passaggio importantissimo per avvicinarli e appassionarli al mondo della lettura.
Perché leggere a un bambino?
Le motivazioni sono varie e alcune già esplicitate ma, per sintetizzare, si potrebbe dire che leggere permette di esplorare l’aspetto emotivo, cognitivo, linguistico, sociale e culturale.
Tante volte, però, è più frequente vedere un bambino giocare con un videogame anziché leggere un libro e quando gli si chiede perché non legge, la risposta più comune è “non mi piace”. Spesso la lettura viene interpretata come obbligo scolastico e non viene considerata dal bambino “allettante”. Non si deve pensare alla lettura come uno sforzo mentale che dura delle ore; bastano anche pochi minuti al giorno.
Come far appassionare un bambino alla lettura?
L’adulto che legge a voce alta nutre il bambino attraverso le parole e, esplorando mondi magici e incantati, fa appassionare il bambino. Stimolare il bambino alla lettura leggendo con lui (e non per lui), sollecita l’interesse e la curiosità. Se poi il bambino ha a disposizione in casa dei libri da poter maneggiare, sfogliare e guardare in autonomia, è quasi fatta!
Leggere è anche un modo per affrontare situazioni problematiche e immedesimarsi nei personaggi, scoprendo che a tutto c’è una soluzione e che non si è soli.
Come direbbe Chesterton:
“Le favole non dicono ai bambini che i draghi non esistono.
I bambini lo sanno già.
Le favole dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti.”